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  • Writer's pictureGruppo folk Val Biois

Tempo d'autunno... Temp de adorc!

Sulle nostre montagne era lunga la stagione del fieno, che fin dall’inizio dell’estate teneva impegnate tutte le famiglie, partendo dai terreni più comodi e vicini alle case (i prai gras, che, essendo concimati, producevano un’erba “grassa” ed abbondante) e salendo poi nei prati d’alta quota e sulle part segative (terreni comunali destinati allo sfalcio). Questo fieno di montagna (prai magher), sottile, ricco di fiori e profumato, donava al latte un sapore inimitabile.


Finito il lavoro sui prati “magri”, la falce tornava all’opera in fondovalle, sui “fondi gras” citati nella poesia di fine Ottocento “Le staion de l an”, nella quale il poeta Valladese Luigi Lazzaris descrive con precisione e sentimento la vita dei suoi tempi. Vi leggiamo che all’inizio della fardima (l’autunno)

Tirada in du la coda a part e prai

Se torna a siegà i luoc pi da visin,

Nei fondi gras, valif se fa l'adorch

Le reme intorn i camp da biava e sorch.

(Finita la fienagione sui prati lontani e nelle part segative, si tornano a falciare i luoghi più vicini al paese. Il secondo taglio si fa nei fondi concimati, nei posti piani, nei passaggi attorno ai campi coltivati).


Entra quindi in scena l’adorch, il fieno del secondo taglio, che per l’appunto si poteva ricavare solo nei prati più comodi e concimati. ma solo se la stagione era veramente molto favorevole.

L’adorch si tagliava a partire dall’inizio di settembre e fino a quando le basse temperature non trasformavano la rugiada del mattino in brina (brosa), impedendo di ricavare un buon foraggio.

Usualmente (salvo in anni particolari, nei quali si poteva arrivare, talvolta, ad un terzo taglio – terzin –),l’adorch era l’ultimo sfalcio della stagione: il sole calava presto dietro le montagne, ben presto le ombre della sera si allungavano sui prati in cui brillava il fiore rosa dei colchici (le mirandole) e per essiccare il fieno era necessaria una particolare cura rispetto al cuore dell’estate. Ogni filo d’erba era prezioso, e così anche l’adorch, assieme ai fieni raccolti in precedenza, avrebbe contribuito a sfamare le vacche durante i mesi trascorsi in stalla.

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